Abstract
Il contributo si sofferma sull’evoluzione della dimensione spazio-temporale della prestazione lavorativa in seguito ai processi di digitalizzazione, evidenziando come il progresso tecnologico stia portando le modalità, i tempi e i luoghi del lavoro verso una crescente fase di remotizzazione e dematerializzazione. Rileva nell’analisi la valutazione dei rischi psicofisici e psicosociali associati alla destrutturazione del lavoro tradizionalmente concepito, che si trova ora a confrontarsi con ambienti interamente digitalizzati. In tal senso, vengono approfondite le implicazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza che lo spostamento dell’attività lavorativa nella realtà virtuale, come quella del metaverso, potrebbe comportare, soprattutto con riguardo alle esigenze di protezione dei meta-lavoratori e agli oneri in capo alla parte datoriale.
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