Abstract
Nel teatro di Eduardo De Filippo il linguaggio e, in particolare, i linguaggi dei suoi tanti e diversi personaggi consentono alcune riflessioni giuridico-linguistiche. Dalla non-accettazione del linguaggio della legge (formale e complesso) da parte di Filumena Marturano, al chiodo fisso della letteralità linguistica ed al conseguente rifiuto del linguaggio figurato da parte di Michele Murri in Ditegli sempre di sì, De Filippo mostra di voler restituire alle parole il proprio colore, così come alle cose e ai gesti, e di resistere all’omologazione delle lingue che genera automatismo e imbroglio, anche (e soprattutto) quando è la lingua della legge.
TQuesto lavoro è fornito con la licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.
Copyright (c) 2022 Gianluca Sposito